316 era questa del Concilio, il quale Sua Santità teneva poi-certo che fosse procurato ed eseguito da Cesare (1). Ed è da giudicare, principe serenissimo ed illustrissimi signori, che anche in sè questa materia del Concilio contiene delle difficoltà assai; cioè intorno al luogo, ed al tempo ed al modo. Quanto al tempo, non si può pensare che abbia a succedere questo inverno, sebbene molti tengono il contrario; e al tempo nuovo Cesare dà voce di voler essere in Spagna, ed ancora non s’è fatta resoluzione alcuna, e siamo all’ inverno; e un moto di questa importanza ha bisogno di molte preparazioni, le quali non si possono fare in poco tempo: onde è da credere che, avendosi a fare, andrà più in lungo assai di quello che molti pensano. Quanto al luogo, prima il Cristianissimo mostrò di contentarsi che si facesse in Germania, in luogo però propinquo e comodo; ma poi eh’ egli intese che Cesare se ne contentava, ha mostrato tirarsi indietro. Fu poi ragionato d’Italia; in Verona, Mantova, o Trento; e di Verona, per quel che mi disse il papa, si erano risoluti che no: forse pensando che Vostra Serenità non se ne contentasse. Di Mantova si conghiettura che il Cristianissimo non si contenterà, e nè anco di Trento. Fu detto di Vicenza; ma nè pur quella piace; pure, se si facesse in Italia, se ne ragionerebbe: ma insomma non è cosa sì facile da risolversi (2). Quanto al modo, il Reverendissimo di Capua (3) ( da cui in questo maneggio il papa (1) É incontrastabile, che Paolo III avesse, per la convocazione d' un Concilio, quasi la medesima ripugnanza eh’ebbe Clemente VII. Se non che. parendogli che l'Imperatore fosso determinato a convocarlo da sè, colse il momento in cui i maggiori principi cattolici gli si dimostravano favorevoli, e prevenne l'imperatore, mandando il Contarini ad annunziargli la gran novella. (*) Il Concilio fu poi convocato a Trento, nel mese di novembre 1542. Ma per la poca frequenza dei vescovi e pel trambusto delle guerre, non vi fu veramente aperto che nel dicembre 1545. (3) Frate Niccolò di Schomberg, del quale abbiamo già avuta occasione di parlare, fu fatto cardinale da Paolo III in quest' anno 1535. Egli era svevo e non boemo; nè saprei dove il nostro valente oratore abbia pescato quelle notizie intorno la parentela del cardinale con Martino Luterò. Nè il Ciacconio , nè l'Ughelli, nè gli altri storici, tedeschi e italiani, ne fanno alcuna menzione.