Gli oratori partirono di qui addi ventitré di marzo 1523. od andarono a Pesaro il martedì santo, con gran sinistro del corpo e dell' animo; convenendo loro di fare una giornata di sessantatrè miglia ed una di quarantanove, per passare i luoghi infetti di mori» il) che cavalcando trovavano, senza saperlo por l'innanzi. K li a Pesaro stettero tutta la settimana santa e il giorno di Pasqua: dove furono accolti e tenuti dalle duchesse di l'rbino, vecchia e giovane (2), per essere Pesaro del detto duca. Le quali mandarono con gran forza a levarli dall' osteria n a condurli ad un ottimo alloggiamento. Ciò fu tra le ore ventitré e ventiquattro; nè era di mollo imbrunita la sera, che le duchesse, quantunque si risentissero di febbre, e la giovane fosse a letto, se ne vennero sopra una bellissima carretta a visitarli; la quale era d' oro, coperta di panno bianco incatenato tutto di veluto nero, tirata da quattro bellissimi destrieri, tinti di morello e liardo. E vennero a visitare messer Marco Dandolo oratore, scusandosi se I' accoglienza (I) La p*»li « fri mostrata *U I* »mio innanzi io »«rie pretino* il' tulli . • mattine in qvrll* eh* (mi «ino dilli pnn mfnUlf. Qonll mwll iraUawuiori. ritttl ai ti d'afoMo liti, tenario uno a Bologna ; ma »parentali •lai morbo. *e nr tornarono. (*) La mrkia fra EUtabetU Gouaga. «xeUa del Marche«- di Miniata. rfJora di Goidobaldo di MoaU-Mlm ; la fioaiM rra KIronora Gon/aja, tifila dH Mare-bete, e moftie di Fraaecaco Maria delU Rotrt.