424 nione considera i danni e i pericoli di essa guerra, e li giudica di tanta importanza, che non pensa ad altro che alla pace; nè vuol disperare che non possa succedere in qualche modo; nè vuol lasciar mezzo intentato per introdurla, parendole non poter seguire cosa peggiore della guerra; vuol procurare e coadiuvare 1’ abboccamento; vuole che i pontificii (e il papa poi, se i pontificii consiglieranno) sappiano la speranza che si può avere, per quanto sappiamo, che Palliano debba restare al pontefice. E se viene opposto, che il Papa non vuol la pace, che se gli farà dispiacere a parlargliene, e che finalmente si farà nostro nemico, si risponde: che questa opposizione non è vera: perchè procurando e coadiuvando 1’ abboccamento, si procura cosa che è maneggiata dal cardinal suo nepote, come si ha per diverse vie; e quel che importa più, manifestandogli la speranza che si può avere, che Palliano resti a Sua Santità, le si dice cosa che non sa, e desidera e vuole, non solo come papa, ma come padre particolare e protettore di casa Caraffa e de’ suoi nepoti. Vede dunque la Serenità Vostra, che questi eccellentissimi Signori che vogliono discendere ai particolari, non vogliono nè procurano cosa, che per ragione possa dispiacere al papa. E se vien detto, ch’ei vuol la guerra; che ha il pensiero fisso al regno di Napoli; che spera di averlo col mezzo del re di Francia, cogli aiuti che vengono e camminano tuttavia, si risponde: che, quando il pontefice da una banda penserà davvero alle difficoltà del suo disegno ( perchè il prendere un Regno di Napoli non è impresa così facile come si dice); e dall' altra, al danno della guerra e al pericolo certo di perder lo stato della Chiesa, e d’ appiccare un fuoco che arderà per tutta l'Italia; chi dubita, che Sua Santità non ritorni in sè stesso, e riconosca, che il desiderio è sopra al potere? Si acquieterà dunque a quello che porta l’onestà e la giustizia, al consiglio dei suoi e al