220 mancherebbe. Era poi una fantasia il ritrarsi dal soccorrere 1’ amico per rispetto dell’ imperatore che si dorrebbe dei vantaggi cercati seco da noi ; chè anzi stimerà servizio, che la Signoria soccorra al duca, perchè sodisfaccia alle promesse eh’ egli fece a Sua Maestà. Nè vale il dire : si serve ora il duca di questa somma, e bisognerà sovvenirlo anche al tempo di cadauna delle altre rate ; perchè, siccome da un canto nessuno potrebbe astringere a questo la Signoria, sarebbe dal canto del duca discortesia di molestarla ogni anno. Mandata a scrutinio la parte, fu vinta di poche ballotte. Essendo stata supplicata la Signoria da persona che voleva palesare diversi debitori non descritti sopra i libri * pubblici, che le concedesse venti per cento dei denari che si ricupererebbero, fu proposto da tutti i Consiglieri e dai Savi di Collegio, che il Senato l’ascoltasse e le facesse merito secondo la domanda, conseguito che fosse il beneficio pubblico. Messer Marino Giustiniani, Avogador di Comune, contradisse : che, essendo egli Avogadore straordinario, gli erano state fatte simili offerte più volte, e che avendo voluto udirle, si era alla fine persuaso, che tutte erano giunterie di scrivani, i quali si ritrovavano nelle forze della giustizia, e per liberarsi studiavano e machinavano giorno e notte cose nuove con fraude e falsità, a danno di diversi gentiluomini e d’altri; che, dando orecchia a costoro, si apriva la strada ai scrivani di rubar le scritture dei debitori di San Marco, per valersene ai tempi dei loro misfatti : sicché la parte proposta al Senato era parte cattiva, e solamente di beneficio ai ministri condannati. Gli fu risposto dal serenissimo principe : che, come meritavano gran lode tutti coloro che dicevano francamente le loro opinioni nel Senato e in ogni Consiglio a beneficio della Repubblica, e come molte volte aveva udito assai volentieri messer Marino per le sue buone qualità, così al presente aveva