98 teo Dandolo vi entrò avanti, e trovò che si orava in latino elegantemente da un avvocato concistoriale in una causa pertinente alle cose di Martin Lutero, e gli rispose un altro, e dettero in iscritto le ragioni loro (1). Era questa sala del concistoro grande come la nostra dei Pregadi. In capo v'era un tribunale di quattro o cinque gradi di altezza, guarnito intorno di bellissimi e finissimi arazzi, e sopra, alquanto discosto dai travi, era attaccato un baldacchino lungo e largo, come il coperto d’una lettiera francese; col suo guaggerone attorno, guarnito di frange d' oro soprariccio tutto e molto ricco. Sul quale era la sedia del papa, alta tre o quattro piedi, tutta coperta di restagno, sopra cui sedeva Sua Beatitudine, apparata d' un camice e d’ una stola, sulla quale avea un bellissimo e ricchissimo piviale di soprariccio, e in capo una mitria episcopale di tela d'oro tirato, che parea fosse lama battuta. Entrati gli ambasciatori, quelli avvocati seguitarono a orare; perchè è di necessità, quando è convocato concistoro pubblico, sia pure qual solenne udienza si voglia, che prima si tratti qualche causa pertinente alla Sede Apostolica. Si levarono dai loro luoghi il cardinal Cornelio e il Cardinal del Monte, I' uno primo diacono, 1’ altro primo prete; e andarono con tre umili riverenze ai piedi di Nostro Signore, al quale da uno dei suoi famigliari fu presentata un' altra mitria più episcopale, tutta carica di gioie preziosissime. E trattagli dal Cornelio quella d’ oro e asciugatagli la testa col suo fazzoletto, e ripostavi quella di gioie, tornarono a sedere ai luoghi loro. Era il tribunale coperto da un bellissimo tappeto grande, sopra il quale non stava altri che il segretario seduto per terra, con uno dei secreti camerieri del papa; e giù dalli gradi a mano destra stavano in piedi tutti gli ambasciatori residenti in corte, ciascuno per l'ordine (I) QaesU* rMTcìUikwi retoriche non bijUruno » fremi? il cono delU riformi in (ìernuuiU.