45 tur* rispose: Padre Santo, Vostra Santità non avrà danno alcuno, nè questa Santa Sede; il re è figliuolo di essa (I). Questo papa, che è savio e pratico di stato, si pensò di venire ad abboccarsi col re di Francia in Bologna, con ergogna della Sede. Molti cardinali, fra i quali il cardi- I Adriano, lo sconsigliavano; pure vi volle andare. E venne a Bologna, ove arrivò il Cristianissimo ; e lui oratore lo segui con gran spesa e fatica ; si che ha preso strane malattie, delle quali si risente ogni dì. E lì a Bologna il papa e il re fecero gli articoli che allora non sigillarono, ina al presente li sigillano. L'oratore in questo viaggio •tette fuora di Boma cinque mesi. Il papa ed I suoi medici |im hanno altra fantasia che di far grande la prosperità della casa ; e i suoi nipoti non si contentavano di esser du-hi, ma pretendevano che uno di loro fosse re. Poi raccontò, come l'imperatore venne con grande impeto in Italia ; e indubitatamente I Francesi erano espulsi dallo stato di Milano, se non era che perse tempo ad Asola ( come ieri riferì il datissimo Grilli ) e se non erano le nostre genti. E a questo il papa diceva : o, che matteria ha fatto quel Senato a lasciar andare a Milano coi Francesi le o*tre genti, e a passar otto fiumi? che pericolo è il vostro? L'oratore rispondeva: la Signoria vuol per sempre essere a una fortuna coi Francesi, e non ti dubita. E difaiti quella fu la maggior cosa che fece questo stato; di mettere tutto l'esercito nostro in man dei Francesi, e non dubitare di lasciare scoperto il nostro stato. E il papa allora mandò subito gente in favor dell' imperatore, e sottomano, dicendo (i; Ita qw*t* rtprrmmmi « Www «pianto fotte l'abbattimento 4*1 PontHVr* alla rama di qori di*a«tro. D Giotto, da ttto panegirica, ci prr nli a q«w*lo prafOMto papa Leoae, »itcome i nmpto