152 che nel somiu<» Iddio si deve avere certa speranza di guadagnare; dal quale dipende e proviene ogni vera grandezza, potestà ed impero; e perciò, quando non possa ottenere la pace, coll’ajulo di quello mi contrapporrò all’ impeto loro, e son certo di vincere. Per le quali lettere, disse messer Giorgio, che il Signor turco si era sdegnato grandemente, e a quelle non aveva mai voluto rispondere. Portò ancora lettere del Vaivoda, addirizzate da Buda al nostro serenissimo principe, per le quali ringrazia questa repubblica di avere avvisato continuamente la Felice Porta del Signor turco degli avvenimenti e successi cesarei da queste parti. Dipoi loda grandemente messer Alvise Gritti; prega e supplica la Signoria ed il Senato che, dovendo suo fratello, messer Giorgio, avere certi danari dall’officio nostro delle Biave, voglia fare che venga nel suo capitale, e sia presto spedito, acciò possa ritornare presto al fratello messer Alvise; il quale similmente nelle sue, scrive e supplica il serenissimo principe e l'illustrissimo consiglio dei Dieci, e tutto il Senato, che lo spedisca. Fu scritto per tutti li Savi, eccelli messer Leonardo Emo savio del consiglio e messer Girolamo da ca' da Pesaro savio di Terraferma, al Bosso segretario, che si trovava in Mantova e stava nascoso per ordine del Senato, che, non bisognando più di stare in quella città, dovesse pigliar licenza, e ringraziare la eccellenza del duca del buon animo suo verso la llepubblica, e dell' ufficio che per quella aveva fatto con Cesare. Messer Girolamo da ca' da Pesaro ( perchè il marchese aveva fatto intendere al segretario essere ben fatto che ambidue loro insieme incontrassero la cesarea maestà in questa sua andata a Bologna ) per farsi quella più grata, voleva che il detto segretario uscisse di Mantova, ritrovasse il marchese, il quale era capitano generale delle genti alemanne dell'Imperatore ed aveva avuto commissione più volte da lui di cavalcare a' danni dei nostri luoghi con