280 Del reverendissimo Cardinal Ridoltì Sua Santità non si serve in consiglio o nel maneggio di cose pubbliche ; ma certo mostra di amarlo molto, come anche merita ; per essere di buona natura, quieto e molto virtuoso. Egli attende con grande assiduità alle lettere latine e greche, ed è di vita molto esemplare ; e ben sarebbe per la Chiesa di Dio, che molti cardinali e prelati avessero le buone qualità di costui. È grandissimo fautore di letterati ; e tra gli altri, essendo venuto in Roma il Lascaris (1), spogliato e lasciato nudo da quelli eh’ erano in Bracciano, Sua Signoria reverendissima gli diede della sua propria entrata una pensione di cinquecento ducati : atto molto esemplare e raro, e che da niun cardinale o papa saria stalo fatto. Sua Signoria reverendissima si dimostra tanto affezionato alla Serenità Vostra , quanto altro cardinale che sia in questa Corte ; nè tanto per causa del vescovato di Vicenza, quanto per la sua buona natura ; e quando fui a pigliar licenza da lei, la mi pregò con istanza che la raccomandassi a Vostra Celsitudine. Il Reverendissimo Cardinal de’ Medici (2) è dell’ età d'anni venti finiti alli ventitré di marzo 1531. È di buono ingegno; ha dato qualche poco di tempo alle lettere, di maniera che non debbe passare nel numero dei cardinali per ignorante. È vero eh’ è di natura viva e più presto inquieta; ma forse è per la gioventù, che lo consente. Fin qui mal volentieri vorrebbe esser prete; e me 1’ ha detto il papa di bocca propria, quando esso cardinale ritornò da Fiorenza ove era ito, come scrissi a vostra serenità per mie lettere dei 26 di aprile: allora il papa mi usò queste formali parole : (1) Giovanni Lascaris, greco, uomo dottissimo e carissimo ai maggiori principi dell’età sua; e principalmente a Lorenzo il Magnifico, a Leone X, a Clemente VII, ai re Carlo Vili, Luigi XII e Francesco I di Francia; — Non conosco il fatto al quale accenna l’orator nostro ; quando per quelli eh’erano in Bracciano, non s’intendessero gli Orsini. (2) Ippolito de’Medici, fatto cardinale da Clemente VII nel 1529.