343 concio il solito dei grandi, gli furono trovate tutte le inle-riora nettissime, da aver da campare ancora qualch'anno; se non che nel cuore erano tre goccie di sangue agghiacciato, giudicato provenire dal moto della collera. E nella mattina di S. Martino venne Sua Santità trasportata nella medesima lettica, accompagnata dalla solita guardia e di più molte torce accese, per Transtevere nel Palazzo di S. Pietro; dove riposta per quel giorno in una sala, come si suole col principe nostro, fu poi la sera portata in Chiesa, e in una cappella; ove pare che pochi fossero in Roma, che non andassero a baciargli il piede, quasi colla stessa devozione che si sarebbe usata a un S. Niccolò. Sicché di sé lasciò un desiderio grande, con infinita compassione che fosse morto per mano di quelli del suo sangue, ai quali aveva fatto tanto bene. Andarono nell’¡stessa mattina il Reverendissimo Camerlengo con li chierici di camera dal Reverendissimo Farnese, che con essi andò in Castello a ricevere e inventariare tutti li denari e le gioje; in contanti furono trovali da quattrocentoquarantamila scudi; e vi lasciarono a guardia Estore Raglioni. Fu dubitato eh'essi danari dovessero esser più; ma dai contemplativi che ne hanno potuto tenere vecchio e continuato conto, fu creduto che non potessero esser più. Di essi furono dati quelli eh’ io scrissi alla Serenità Vostra, al duca Orazio, e poi spesi quasi tulli nelle fanterie per la guardia del Conclave. Fu papa Paolo benignissimo, cortese, molto prudente e discreto : nè mai credo fosse gentiluomo più degno di questo litoio di gentiluomo; e fu affezionatissimo a questa inclita Repubblica, quanto mai si avesse potuto desiderare. La sede vacante fu assai più quieta delle altre ; irnpe-, rocchi si sono trovati mancare i capellacci degli Orsini e nc mori. (IO novembre 15i9) La paura fallagli circa il giorno nefasto «li San Hocco, avea fondamento nella superstizione del papa, molto inclinato all'astrologia giudiziaria.