LIBRO CLU ARTO. 125
la Sua più celerc caduta, poiché l'eiclamationi de i congion- 168 j ti degl’intcrfetti penetrarono all’orecchio del Gran Signore,
& i iuoi emuli colta l’opportunità , aggiunfero all’alrre arti per opprimerlo, anco quella di muover la giuditia dell’animo regio alia vendetta di tanto fangue innocente , e benemerito.
Fù per qualche tempo fermo il Gran Signore a tutte le contrarie infinuationij- ma fattogli apprendere, che foffe gran com~ motione nel popolo , con pericolo di feoppiar in qualche fu* nefto tumulto, e che non fi poteva Soltener il Minidro fen- <i//D"r'£ za appropriarli il fuo odio, lì lafciò vincere, e diede la fen- Linr»» tenza di morte. Per^efeguirla fi portarono follecitamente ii Capigliar Chiecaja , & il Chiaus Bafsì fuoi acerrimi nemici, e comunicato l’ordine all’Agà de i Giannizzeri, ne dabiliro-no i concerti. Quello fotto pretedo d’ufeir in Campagna a diporto unì buon numero della Sua gente , e fi trattenne in poca didanza dal Serraglio del Viiìr. Appena entrati fecondo
ii	concerto il Capigliar Chiecaja, & il Chius Bafsì, Seguitarono a furia i Giannizzeri con l’Agà , & occuparono le porte, e le venute tutte del Palazzo. S’affacciò allo Strepito il Vilire, & accodatoli al Capigliar Chiecaja lo ricercò della novità. Quello con faccia Severa gli richiefe prima d’ordine del Gran Signore il Sigillo Regio, & havendolo offerto prontamente il ViSir, gli eSpofe il decreto , che io condannava a morte. Ricevè con animo collante la funeda intimatione, c rifpofe, che s’humiliava alla volontà del Gran Signore . Ricercò breve fpatio di tempo per raccoglier lo Spirito, e far le Sue orationi ; e doppo pregò il Carnefice a non farlo molto penare, & egli ileffo con cuore intrepido Si pofe la fune al colio. Fù feparato il capo dal bullo, e portato con Sollecitudine in Andrinopoli, dove dimorava il Gran Signore ,• re-ilò cSpofto al comun odio , & alle univerSali imprecationi .	?
Succelfe alla morte del Viiìr la prigionia de i Suoi Minidri, e tutti i mobili pretiofi , gioje d’immenSo valore , ftabili di rendita eccedente la fortuna d’un privato, entrarono nel fi-Sco Regio, poca parte redata a’fìgliuoli per favore del Viiìr Succedore. Così ceSsò di viver Karà Muitafà, che per il cor-
So	di Sette anni come principaì Minidro maneggiò l’imperio Ottomano. 11 Suo fine non hebbe però del maraviglioSo , H.Fofcdrini.	I 3	P°i’