411 anche opinione altre volte, che Vostra Serenità attendesse a stringersi col re Filippo in maggiore amicizia con parliti di stato; il che io, d'ordine delle EE. VV. affermai che non sarebbe; e che la mira di questo illustrissimo Stato era la pace: e per queste cause qualche volta ho dubitato ch’abbia un animo alterato verso la nostra Repubblica. Dall’altro canto, essendo egli un uomo accorto, e avendomi detto molte volte, non esser in Italia rimasto altro che quella mitra e questa berretta (1); si può quasi affermare, che avrà sempre rispetto alla Serenità Vostra, cercando di in-tertenersi con lei; perchè così giova a quella Sede. Credo che nessuno accidente lo potrebbe condurre all’arme contro questa Repubblica; ma credo anche, che da lui si potrà aver poco altro che parole. Ha mostrato al mio tempo grande prontezza nel concedere quattro decime; facendo sempre in concistoro onorata menzione di questa Repubblica, chiamandola ornamento d’Italia e del mondo. Rivocò le facoltà, poco avanti date al Cardinal Trivulzio, ii che fu riputato gran segno di rispetto: ha promesso a me, che gli ho parlato molte volte del vescovato di Brescia, che lo darà ad un nobile conGdente, che vi farà residenza. Quel che abbia da essere, e se con la giunta del Cardinal Caraffa, Sua Santità si sia per mutare di opinione, non debbo, nè posso affermare. Quello che ho detto inanzi è verissimo : che nel conferire i benefizii, il Cardinal Caraffa non ha compiuta autorità, nè tanta quanta n’ha nelle altre cose; e questo si è veduto coll’esperienza in alcune vacanze che il cardinale suddetto voleva dare a suo gusto, e non l’ottenne da Sua Beatitudine. È stato avvertilo che nella promozione dei cardinali, non ne abbia fatto alcun veneziano, avendo giustissima causa di farne molti. Ma siccome dell'animo di Sua Santità, per li rispetti sopradetli, non so affermare come (I) Cioè, In Chicta e la Repubblica di Venezia.