402 c nel torre la roba di quelli die potevano manco, che gli offesi, che non avevano altro modo di vendicarsi, maledicevano pubblicamente a chi era causa di questi disordini; ed io ho sentito dire a molte povere donne, che non potevano tenere le porte aperte: povera Roma, a che sei venula/ La gente italiana, (il che mi dispiace dire, perchè son pur nato italiano e vorrei vedere questa provincia padrona del mondo, come è già stata ) era tutta intenta a rubare le paghe, servendosi, al tempo delle mostre, dei passatori; e per verità, è così poco ubbidiente e pratica della guerra, che faceva venire pietà e sdegno a chi desidera la grandezza di questa nobilissima terra; la quale, siccome crebbe già, perchè in essa nascevano soldati che guerreggiavano per l’onore e per la grandezza sua, così ora si trova nella misera e afflitta condizione in che è, perchè, chi fa professione di guerra, attende all’ utilità sua particolare, nè stima il servizio nè il nome della nazione nè l’onor d’altri per qualche suo meschino interesse. La gente svizzera, siccome era assai modesta, così era disarmata; l’armi sue erano fiaschi e boccali, chè ognuno ne portava quattro, e molti sei; vi erano molti vecchi, più di quello che non bisognava a quell’esercizio; alcuni tanto giovani, che promettevano di saper poco di quel mestiere; nè poteva essere altramente; essendo forse la quarta leva che fu fatta di quella nazione, avendosi il Re di Francia servito dei migliori. Dirò di che sorta di capitani Sua Santità si è servita; per non lasciare alcuna parte che appartenga alla guerra passata. Trovai generale il duca d’Urbino (1), il quale dissuase sempre la guerra; per il che non fu in molta grazia sul principio; ed essendosi avveduto che si disegnava fare il conte Montorio capitano generale della Chiesa, tolse licenza. (I) Guidobaldo li.