319 tende di invigilare con tutti gli spiriti suoi. È ben vero, serenissimo principe, che la natura di Sua Santità è molto piena di collera; nè 1’ essere vecchio ( avendo passati li ses-santott’ anni ) la fa minore, ma piuttosto 1’ accresce, massime essendogli accresciuta 1’ autorità ed il potere. È romano di sangue, d’animo molto gagliardo, si promette assai, e molto pondera e stima le ingiurie che gli si fanno, ed è anche inclinatissimo a far grandi li suoi. E si è veduto fin qui che, quel che ha potuto dei benefizii vacati, ha tutto conferito ai suoi nepoti; ed è verissimo che Sua Santità ha tanta tenerezza verso li suoi ed il sangue suo, che più non saria quasi possibile trovarsi in uomo che viva. Tutte queste cause fanno dubitare, che Sua Santità, venendogli bene, non sia coll’ occasione per aver rispetto a quiete, purché possa sodisfare ai suoi desiderii ed esaltare i suoi. Ed è opinione di molti, e massime dell’ illustrissimo duca d’ Urbino e di quelli che da lui dipendono, che la perturbazione per le cose di Camerino (1) sia proceduta, perchè Sua Santità sin da principio disegnava d’impadronirsi di quello stato per il figliuolo o per il nipote, pigliandosi quella duchessina per sè insieme con lo stalo. E perchè con artifizii molto sottili fu da esso signor duca d'Urbino tolta la preda e data al signor Guidobaldo la duchessina, promessagli da ben sette anni prima insieme con lo stato, Sua Santità, prendendosi cotal cosa ad ingiuria, sempre ha cercato di vendicarla, turbandosi non poco; e tanto più quanto la cosa, dal canto del signor duca o de’suoi ministri, non fu governata con quella desterità che ricercava il bisogno; e se fosse stata destramente retta, non si avrebbero vedute tante (1) Guidobaldo II, Aglio di Francesco Maria della Rovere duca d’Urbino, seppe coll’ajuto dei Veneziani mantenersi in possesso di Camerino, antica signoria dei Varani, a lui pervenuta pel matrimonio con Giulia, unica figliuola di Gianmaria Varano. Dopo varie contenzioni, c minaccie d’armi e di bolle, Guidobaldo venne ad accordo, e vendette alla Chiesa il ducato di Camerino (1538), del quale il papa investi Ottavio Farnese, figlio del suo bastardo Pier Luigi.