133 Anche del re dì Francia si tiene malissimo sodisfatto, |terrhè i Francesi cacciarono i Medici di Fiorenza, e i cardinali del re furono ì più contrarii a farlo papa; e se Clemente si legò ora colla Francia, è per ben suo e d'Italia, non perchè ami i Francesi 11). Colla Signoria nostra sta benissimo, e dimostra perfetta intelligenza, principalmente per ben suo; perchè vede di non avere a che appoggiarsi se non a questo stato, del quale fa grandissima riputazione; e conosce che, se non era la Signoria nostra, sarebbe stato minato e cacciato di Roma (2). Fa ancora mollo capitale di questo Dominio per le cose degli infedeli, sapendo che niun altro può far quello che noi possiam fare; perocché ha gran fantasia dei Turchi, e dubita molto di Martin Lutero, il quale ha mosso la nazione germanica contro la Chiesa, e sa che l’imperatore seurelamenle lo favorisce; e questo 10 fa ancora più inimico di Cesare (3). Disse l'oratore, che il papa ne ha dato sei decime, dalle quali questo stato ritrasse e ritrarrà ducali centoventimila. Volea dar l'indulto dei casi criminali, o commettere a qualche prelato in parlibu* anche la materia dei beneficii da ducati trenta in giù; e disse che prove-derà che le cause siano spedite qua, senza tirarle in corle. Il papa desidera che il duca di Milano resti in stato; e su questo I' oratore asserì potersi dire, lui aver liberata l'Italia; perocché il papa a vea dato commissione al cardinal Salviati che parlasse di mettere nello stato di Milano 11 duca di Borbone; e lui, oratore, l'intese; fu a dì 14 di ......giorno che si ricorderà sempre; ed andò Ire volte quel di da Sua Santità, e gli parlò altamente, e disse che alitai» alla vendetta «tei Colonne« e dogli Spagnuoli, che nell' iniettili» ili pochi moti agallarono e taccheggiarono Roma due tollo. (I) Qoetto ben tuo > d' Italia lo provò demonio pochi me»i dopo che >1 Fotcari riferita colette cote in Senato. !*! E malgrado la proiezione del re di Francia e dei Veneziani, papa I, lenenle fa minalo e cacciato di Roma. P») L imperatore non favoriva veramente Martin Lutero; ma *e ne servita 1,1 "°P°. rome di «pauracchio, contro la vertalilill di Clemeole e di Paolo III.