242 Alli quattro del mese, si lessero lettere del provveditore in campo, messer Paolo Nani, che significava: come, eseguendo 1’ ordine del Senato, aveva data licenza al conte di Caiaccio e provveduto diligentemente che nel suo partire egli non facesse qualche novità e danno per dove passasse colla compagnia ; che il conte aveva dimostrato in vista che non si curava gran fatto del commiato, e aveva detto di venire alla illustrissima Signoria per giustificarsi dell’op-posizioni. Dall’oratore a Firenze furono avvisi, che l’animo di ognuno era più pronto che mai fosse stato di conservar la libertà : eh’ erano stati eletti cento dei primarii, quaranta dei quali fossero obbligati d’imprestare ducati mille per uno, e sessanta ducati cinquecento, per ajutare la patria contro i nemici. Da Ferrara si ebbe, come il pontefice e l’imperatore avevano fatto intendere al duca, che non solamente da loro era stato risolto che Modena e Rubiera fossero restituite alla Chiesa, ma che Ferrara ancora fosse della giurisdizione di quella; per il che il duca era travagliato assai , ma che sperava d’ acconciare con danari le sue differenze (1). In questo giorno, quattro del mese, li Savi del Consiglio, eccetto l’Emo, proposero, che non essendo conveniente che l’oratore Marcantonio Yeniero, che si trovava presso il duca di Ferrara, si dovesse partire di lì per andare all’imperatore, perciò fosse creato un altro in suo luogo ad esso imperatore, colla pena della legge contro i rifiutanti e con salario di ducati centocinquanta al mese. (I) Il tinca di Ferrara andò due mesi dopo con salvacondotto a Bologna per acconciare le sue differenze col papa, il quale ne fece un compromesso nell’ imperatore. Intorno alla promulgazione del compromesso vedi il Doc. CCCXXXII. fra quelli di storia italiana pubblicati dal ¡Violini, voi, II pag. 295; e il Varchi e il Giovio, intorno ai più secreti concerti e alla sentenza imperiale.