150 Nello stesso giorno, |>er deliberazione del Consiglio dei Dieci,furono comunicate con solenne credenza alcune lettere' intercette; le prime erano in ciffra, indirizzale al re di Francia dall’ ambasciator suo, residente in Buda presso il Vai-voda re d’Ungheria; per le quali scrive, che la intenzione del Signor turco era di non fermarsi la invernata nell’ Austria ovvero nell'Ungheria, ma di ritornare a Costantinopoli; appresso, che egli aveva pratica col predetto signore di certa cosa a beneficio della Francia, col mezzo di messer Alvise Critti, figliuolo del serenissimo principe di Venezia (1); il quale d’ora inan/.i manderia le sue lettere, acciò pervenissero secure, in Venezia e di li in Francia. Le altre lettere erano di un Ungaro, che altre volte fu qui ambasciatore; questi scriveva ad un suo amico la stessa nuova del ritorno del Turco a casa coll’ esercito, lasciandone però una parte in difesa del re. A Ili ventisei di ottobre, fra le lettere lette al senato, fumilo quelle di M. Andrea Uosso segretario nostro presso il marchese di Mantova; c con queste ci mandò una del-l'imperatore da Piacenza, indirizzata al marchese; per la quale gli scriveva di avere gran desiderio di far la pace con tutta l'Italia, e principalmente coi signori Veneziani. Ci furono appresso lettere di M. Alvise Gritti, figliuolo del serenissimo principe, date in Ungheria; per le quali scriveva non voler dinotare certi particolari per buoni rispetti suoi; ma che, partendosi da lui per Venezia messer Giorgio suo fratello, glieli aveva comunicati; al quale si dovesse credere quanto diria. Dipoi avvisa, lui ritrovarsi in Buda in ottima (I) Luigi Grilli, figliuolo naturalo del Doge Andrò«, natogli da una greca menti' era bailo a CotUnlinopoli, celebro per la tua prodigio«« fortuna io Un* ghcria al terrtiìo di Solimano e di Giovanni Vaivoda, e per la triile tua fine in Tran«ilvania (ISSI). Della ma influenza presso il Gran Turco profittarono in rarie occationi i Veneziani. Vedi intorno alle sue vicende gli «forici delle cose ungaresi: Ronfinio, Sambuco. Palma e Fe»*ler. Di lui parlano anche il Glorio e il Paruta, e la Relazione dell' impero ollomanno di Daniele dei Ludovici (Rrlariom tirffli Amiatnatori Veneti, Serie III Voi. I. pag. i9 e neg.)