288 al detto Salviati, il quale si può dire essere stato causa di tutti i travagli e perdite che hanno fatto li nostri. Eccetto queste parli, io trovai sempre il Salviati buon amico e amatore del nome di Vostra Serenità; e lo stesso anche il Reverendissimo suo figliuolo, e 1’ altro figliuolo signor Lorenzo, e il priore di Roma che è capitano dell’armata della religione; e in primis la Signora Lucrezia, moglie di messer Jacopo. La Serenità Vostra ha nella corte di Roma tre cardinali suoi, ed un quarto che è più che suo. Li tre sono i reverendissimi Grimani, Cornelio, e Pisani; il quarto è il Cardinal di Mantova. (1) Circa i quali io potrei dir grandi cose in lode e commendazione; ma tutto saria poco, rispetto a quello che ricercano i meriti delle Reverendissime Signorie loro. Non tacerò tuttavia, che esse sono colonne della Cristiana Religione, e pronti d’animo, quanto dir si possa, all’ amplificazione di Vostra Celsitudine. E dei reverendissimi Grimani e Cornelio; che sono stati in corte al tempo mio, e coi quali ho avuto a negoziare, posso parlare più largamente che del Cardinal Pisani, che non vi è stato al tempo mio; certo tutti tre sono in estimazione e in non volgare autorità presso il papa. Similmenle il Cardinal di Mantova, il quale non cessa di fare tutto quello che può a beneficio di Vostra Serenità; e se occorreva cosa alcuna di momento, con tutte le larghezze del mondo me 1’ ha sempre comunicata. Quando la Celsitudine Vostra concesse a di lui istanza la galea per condurre dal Regno a Pesaro la nuova sposa del signor suo fratello, egli mostrò di avere tal segno di amorevolezza di Vostra Serenità tanto grato, che non potria per alcun’ altra cosa anche di maggior grandezza, aver ricevuto maggiore sodisfazione. Per non attediare Vostra Serenità, che so essere orniti) Ercole Gonzaga, fratello del duca Federigo e di Don Ferrante, poi governatore del Milanese per Carlo V.