281 « è matto, diavolo, è matto; nou vuole esser prete ». Si è scoperto eh’ egli porta invidia al duca Alessandro, parendogli che il papa gli faccia torto nel voler proporre il duca Alessandro al governo di Fiorenza; sì perchè gli pare appartenere a lui come a maggiore di età, come perchè non si crede bastardo ( dicendo molti essere egli legittimo figliuolo di una nobile di Cagli ); ma quando fosse pure bastardo, gli pare essere di miglior condizione che il duca Alessandro, nato di una serva. Oltreché Giuliano fu duca prima del Lorenzino, padre d’ Alessandro. Gli pare anche di essere meglio voluto ed amato dalla città di Fiorenza, per rispetto ancor di suo padre, che fu molto amato dai Fiorentini; al contrario Lorenzino, padre di Alessandro, ne fu odiatissi-mo. Questa discordia ora scoperta è di non poca dispiacenza al papa; di sorte che egli è poco contento del cardinale, perchè gli pare che sturbi i suoi disegni, avendo lei destinato Alessandro al governo e già fattolo genero di Cesare; e dubita che questo abbia ad essere un principio di qualche scandalo, e di non poter tenere pacificamente quel governo di Firenze. E tanto più che accennava a questo il moto ultimamente fatto dal detto cardinale, che di soppiatto si partì da Roma ed andò a Fiorenza; benché nulla vi operasse, per la solerzia del reverendo arcivescovo di Capua; il quale, presentito il moto, ordinò subito che Alessandro Vitelli scrivesse ai suoi a Città di Castello, e facesse gente; dal che nacque la fama che il papa avesse preparato setle bandiere; ma non fu vero, e non bisognarono, ritornando subito il detto cardinale a Roma. E ancorché apparisse sedato quel moto, con essersi composto col papa che Sua Santità paghi li debiti suoi, eh’ erano ducati dodicimila ( per quanto mi ha detto 1’ oratore cesareo Maio ) e che gli dia ducati settecento di pensione al mese; (il papa non volle però assicurarlo, come chiedeva, in tanti ulficii per lo ammontare di centomila ducati; chè Sua Santità non li ha in Voi. VII. 36