158 ranza di mantenersi, non venendo a meno le vettovaglie, delle quali avriano abbastanza per tutto il mese passato. Appresso , che per cento miglia d’intorno a Vienna, il Turco aveva rovinato e abbruciato il paese ; che nella detta città erano restate solo le persone da fatti ; le restanti, come femmine, putti , studenti e religiosi erano stali maudali via: che in diversi luoghi dell’ arciduca si faceva la massa delle genti per soccorrere Vienna; e che in quelle parti dicevasi: rotto ovvero fugato che avremo il Turco, c’ indirizzeremo contro i Veneziani. Di Mantova dal segretario llosso si hanno lettere, come P imperatore più volte aveva mandato a dire al marchese, che dovesse colle genti alemanne cavalcare a danno dello stato della illustrissima Signoria ; il quale era andato temporeggiando sinora, e gli aveva allegato diversi impedimenti di questa tardezza. Di Trani si ha dal provveditore generale di Puglia , messer Giovanni Vitturi, come aveva molto pregato il signor Renzo, che dovesse trattenersi quanto più poteva dal restituire Barletta ai Cesarei ; nè gli aveva negato di farlo, anzi aveva promesso di compiacerlo. Scrivendo poi delli portamenti del signor Camillo Ursini, nostro governator generale delle genti d’arme di Puglia, mormora e dice, che Costantino Cavazza segretario ducale gli avvisava tutte le deliberazioni di quello. Di Parma ci sono lettere da messer Andrea Doria genovese, per le quali ringrazia la Signoria della umanità dimostrata verso di lui nell’ averlo ringraziato di cosa che non aveva fatto ; ma volentieri offerisce la persona e poter suo, benché sia poco, al servizio dello stato nostro, e massime in questo maneggio di pace, nel quale è per fare ogni sviscerato uffizio coll' imperatore a beneficio comune del-I’ accordo. In questo giorno furono replicate lettere da tutti e tre