ilO nella figliuola naturala lasciala dal signor Orazio Farnese (1), sebbene gli era mostralo da molti, con ragioni e con esempi), che lo poteva fare. Ma quel clic è più, non solamente non assentì, ma avendo disciolla la prima congregazione, ne fece poi chiamare un'altra; e credendosi che fosse falla per compiacere il re, fu esso quello che interruppe chi parlava a favore del re, e spaventò gli altri per modo che non ebbero ardire di parlare. Verso la Serenità Vostra, se si vuole considerare quello che dovrebbe essere, per la naturale pietà e religione di lei, per l’obbedienza che ha sempre dimostrata alla Chiesa, e poi per le cortesie usate a Sua Santità nel tempo delle sue minori fortune, le dovrebbe essere inclinatissima, e superare tutti gli altri in far beneficii e grazia alla Serenità Vostra. Quale animo sia veramente il suo, non mi pare di poter dire risolutamente; perchè alcune volte so che è rimasto poco sodisfatto della Serenità Vostra, non avendo ella voluto rimuoversi dal suo savio proponimento di voler pace con tutti. Giudicò averla onorata grandemente col mandare a lei il cardinal suo nepotc, e però di ritrarne altro che parole. So che si dolse con alcuni suoi, che si avesse mancato al benefìzio d’Italia e al rispetto della persona sua; e prese occasione dal passo concesso dalla Serenità Vostra alle genti del re Filippo ; che, per tanti giorni, come sanno le SS. VV, non mi volle udire; il che io dissimulai, e gli faceva dimandare l’udienza solita, non mostrando alcun ri-sentimento; finché, avvertito il cardinal Caraffa, che questi nou erano modi di procedere con una Repubblica così grande, la quale ormai si risentiva di questa dilazione di udienza, esso cardinale prima, e poi il pontefice si scusò, che per le molte occupazioni non mi aveva potuto udire. Ha avuto (I) Dovrebbe dire nella vedova di Orazio Farnese ; che era Diana, ligliuola natmale del re di Francia. Il Farnese era stalo ucciso, combattendo |>ei Ktami.-i, sullo la fortezza di Kdino (Hsdta), l’anno ljjti.