2G0 cioè quello che in così poco tempo io ne abbia poluto comprendere. Ma avanti eh’ io venga a queste parti principalmente proposte, per non pretermettere in tutto come siano succedute le cose nel tempo di questa mia legazione, farò una brevissima ricapitolazione di tutto il mio viaggio. Partii adunque dalla presenza di Vostra Serenità alli 18 di maggio 1’ anno 1528; a tempo che il pontefice, essendosi alcuni mesi avanti partito di Castel Sant’ Angelo, dopo l’assedio e la capitolazione fatta coll’esercito cesareo, si era ridotto ad Orvieto, dove ancora si ritrovava quando io mi partii da Venezia. Giunto a Pesaro, fui onorevolmente raccolto per nome dell’ illustrissimo duca d’ Urbino; e similmente dipoi in Fossombrone, dove ritrovandosi la signora duchessa, feci con essa il dovuto ofiìcio di visitarla. Partitomi di là, intesi per istrada, che Sua Santità si era partita da Orvieto ed andava a Viterbo ; laonde io rivoltai il cammino, ed entrai due giorni dopo la Santità Sua. Ed il medesimo giorno vi entrò Giovanni Antonio Musettola (1), mandato dal principe di Oranges, il quale ha poi ottenuto il luogo di oratore cesareo, che ancora tiene. Ritrovai in corte, oltre l’oratore ordinario del re cristianissimo, il visconte di Torena, prudente e gentil signore. Andai all’udienza di Sua Santità; alla quale avendo fatto intendere, con quel più destro modo che mi somministrò il mio debole ingegno, quanto avevo in commissione da vostra Celsitudine, e massime circa Ravenna e Cervia, Sua Santità molto si risentì: ed il giorno dietro, ridotti insieme tutti gli oratori della lega appresso di essa, ed alcuni cardinali e il decano del sacro Collegio, cioè il reverendissimo Farnese, che fu poi Paolo III (2); molto si dolse di (1) Gio. Antonio Muscettola , napoletano, uomo espertissimo negli affari ili stato, era allora ministro di Carlo V presso Clemente VII. (2) Questo inciso dimostra, che la presente Relazione fu scritta dal Contarmi quattro e più anni dopo clic fu ritornato dall'ambascieria ; probabil-