I 97 Il lunedì, addì venti, a ora di terza, essendo preparato il pubblico concistoro dei cardinali, gli oratori, latte montar le famiglie a cavallo, con altri prelati della nazione ch’eran venuti a levarli, e molti altri amici e le famiglie dei nostri cardinali, si avviarono verso il palazzo; ed erano cavalli in numero maggiore cbe quando entrarono. £ nel passare il ponte Sant’ Angelo si suonava dal castello trombe, squarciate, nacchere, tamburi ed altri stranienti; e giunti gli oratori sotto le mura furono sparate artiglierie grandissime, che per mezz'ora dopo le cavalcature non si potevano acquietare. £ arrivati al palazzo, smontarono più in su che si potè, sicché restava ad ascendere una sola scala; ed ascesa, furono nella sala della cappella, fabbrica assai vecchia, guarnita tutta di arazzi d' alto al basso, assai vecchi, colle armi di papa Paolo (1). Poi entrarono in un altro salotto nuovo, nel quale stava una buona quantità di Svizzeri colle alabarde in roano, alla guardia. Poi si picchiò ad una porta serrata e custodita da alquanti portieri e da alcuni Svizzeri; ed entrati in un altro salotto assai grande e spazioso, per un'altra porta, meglio custodita della prima, vennero in un gran cameronc a volta, tutto posto ad oro, eoa infinite bellissime figure; e da ogni banda arazzi (che parevano vecchi e tristi, ma non erano) di seta finissima eoo oro in gran quantità; ed in faccia v' era una sedia papale coperta di damasco bianco con alcune opere d'oro per entro, assai bello. In uno dei canti v' era una lettiera alla cortigiana, alla foggia di campo, tutta guarnita di guaggeroni (2) larghi e fran-zoni d'oro; tutte le cortine e il cielo e intorno i piedi, d'oro tirato; e qui il papa non dorme. Di qui si entra in concistoro per una porta assai angusta e ben custodita; e Matti) Pietro Barbo, veneziano, chi* fu papa «olio il nome di Paolo II dal •»** «11471, (*) Gherone. Fot. m I*