i9S DELL’ HISTORIA VENETA jESS re alcun tentativo a quella parte . Battevalì il ponre eoa quattro pezzi di Cannone polli alle rive del Mare, ma col benefìcio della notte con traghetto continuo fortivano i feriti , e fi rimetteva la gente frefea, eifendo flato il Serafchie-re foccorfo dal Capitan Bafsà , che vi fi a vici nò con tredici Galere nel Golfo del Volo . Profeguiva il lavoro degl’ approc* ci , e fi affaticavano i noftri a penetrare nel foifo , ma la morte dell’ingegniere Verneda colpito di mofehettata, che guidava loperationi, causò non poco ritardo. Seguì lottavogior-Ariitai»• no di Settembre fanguinofo conflitto originato dal cafo , e t,atìrtfaiti contro l'ordine di chi comandò, e conduife l’attione. S’efi-CTen,nu bì il Capitan Tenente Vàlerio Uber di portarti per certa via ¡Ì'a concepita ad occupare con cinquanta Soldati il Torrio- fjrfdta. ne, che fi batteva, c ch’era in parte brecchiato dal Cannone, Fu riputato ardito il cimento, ma non arrifchiandofi che pochi huomini fi adherì alla propofta. Paisò egli con molto coraggio il foflo, e con egual felicità s’impadronì del pofto. Doveva elTere foccorio da i facchi di terra deftinati a coprir-fi , ma veduto da i noftri con tanta profperità occupato il Torrione, s’avanzarono con bataglioni intieri , come fe fofse aperto l’ingreiTo nella Piazza * Affollata in quefta maniera la gente, impedito il paffaggio di quelli, che dovevano portare la terra, & altri materiali per fortificarti nel fita occupato , fi cagionò un gran difordine , il quale fi fece poi maggiore dal cafo, poiché accefo il fuoco nella fiafea della polvere d’ un Soldato , fparfa la voce , che l’inimico faceffe volare un fornello, retroceifero con altretanta confuiìone , con quanta inopportuna prontezza s’erano avanzati, dandoli tutti ad una precipitofa fuga, berfagliati da i Turchi , che accorti numerosi alla muraglia , con il mofehetto ne fecero cadere tra morti, e feriti più di quattrocento, e tra quefti alcuni de i migliori Officiali. Ma già la fortuna sera dichiarata averfa al. l'imprefa, e moltiplicavano alla giornata gl’infortunii , Sempre più crescevano le infermità , ne fotto il pefo dell’ armi Morte iti numeravanfi più di fei mille huomini . Dopo Uingo contrailo 'ch 'nÌf- della natura, cede alla malignità del’ male il Generale Chi-n>aub. nifmarch, e ncU’iftelfo tempo cadde infermo l’Horch, così che il Prencipe di Branfuich Capo fuperiore dell’Esercito reftò fenza