270 da negoziare, per non lasciarne qualcuna indietro. Non è dedito molto a piacere alcuno; va a caccia qualche volta, massime dei cinghiali: benché a Bologna non sia uscito di casa che rare volte, e per andare a messa in qualche chiesa. È religioso più che mai; parla molto più e divisa di quello che faceva in Ispagna. Io qualche volta ho negoziato due ore continue con Sua Maestà; il che non facevo in Ispagna. Non è più così fermo nelle opinioni sue, come già la natura Io inclinava. Un dì, liberamente ragionando meco, Sua Maestà mi ha detto, essere di natura fermo nelle opinioni sue: e volendo io scusare, dissi: « Sire, 1’ esser fermo nelle opinioni buone è costanza, non ostinazione »; ed egli mi rispose subito: « e qualche volta son fermo nelle cattive ». Onde a me pare che, colla prudenza e buona intenzione, Sua Maestà abbia smorzato il difetto della naturale inclinazione. Quanto alla intenzione sua, a me pare buonissima, attendente massime alla conservazione della pace. Verso questa Repubblica, ancorché, per le cose passate, non si possa credere che abbia buona intenzione, pure a me pare che Sua Maestà abbia accettato le giustificazioni fatte, e compreso il giusto e ragionevole timore di Vostra Serenità. Ed io gliene ho parlato liberamente, ed essa è stata molto ben capace, a giudizio mio, delle ragioni da me adotte. Verso il re di Francia ha ed avrà sempre somma diffidenza, tenendo sempre certissimo che, ad ogni occasione che si porgesse al suddetto re, esso non mancheria di fargli danno e vergogna. Anche al re d’Inghilterra porta Sua Maestà Cesarea mal animo; pretendendo il detto re di fare il divorzio colla sua amida ( zia ); il che egli si reputa a disonore assai. Al re Ferdinando, suo fratello, porta grandissimo amore; e fra di loro è grandissima congiunzione. Del re Giovanni d’ Ungheria non è da parlare; percioc-