181 la quale per verità è nido di guerra e occasione di venire ogni giorno alle mani tra i principi d’Italia. Oltra di ciò fu ordinato all’ oratore, che venendo il duca di Milano in Bologna, dovesse usare ogni diligenza di parlargli inanzi che a Cesare si presentasse, e di ammonirlo di abbassarsi più che potesse alla presenza sua, di parlargli con ogni riverenza e modestia e di domandargli perdono degli errori commessi contra di lui, quand’anche a lui paresse di non avere fallato; facendogli intendere la buona mente di Cesare di perdonargli, se anderà a lui basso ed umile; i quali ufficii saria anche ordinato che facesse l’orator nostro appresso il duca, messer Gabriele Veniero, il quale ora si ritrova in Cremona. Per la terza mano di lettere del Senato al Contarmi, gli è commesso: che avendo scritto messer Federigo Grimaldi ( il quale si ritrova in Bologna col principe Andrea Doria ) ad un suo commesso di qui, chiamato messer Agostino.....di certa lega che si ragionava di fare in Bologna tra i principi cristiani, e vi erano nominati i Turchi, dovesse a parte ammonire detto messer Federigo di non più scrivere in lettere simili nuove, per assai convenienti rispetti; potendo essere di danno alla Repubblica la menzione che in tali lettere si fa della lega contra i Turchi, se per caso le lettere fossero intercette. Per la quarta mano si commette a messer Gasparo, che debba ritrovarsi col pontefice e dirgli le ragioni che ha questo Stato nel golfo Adriatico, per le quali è solito eleggere un capitano con amplissima autorità, secondo le nostre giurisdizioni; supplicandolo che voglia rinvestirne di quelle; e in ottenere questa giusta petizione, debba porre ogni industria e forza delli spiriti del suo ingegno. Fu scritto a messer Gabriele Yenier, oratore al duca di Milano, per opinione di tutto il Collegio, che dovesse comunicargli il buon ufficio che per lui aveva fatto messer Gasparo Contarmi appresso Cesare; e che dovesse eziandio esortare Sua Eccellenza ad usare ogni modestia e rive-