284 ili» dolio difese ed offese del regno. Ma per concludere questa 'pritua parte dirò, cito sì come con ogni minimo sospetto dell’annata turca conviene al re accrescerle sue guardie, onde spende assai più di quel che cava d’entrata, così ha poi stia maestà diversi straordinarj , dei quali si prevale, con metter sempre qualche nuova gravezza sopra i fuochi. Esige anco grana sette per fuoco dalle terre che sono alla marina^ quali si pagano per le guardie delle torri, che sono d'ogni intorno al regno per guardia delle marine: esige ancora per pagar li bari-geili della campagna grana cinque per fuoco in alcune provincie dove sorto assai forusciti, e dove ne sono pochi si paga meno; finalmente esige per accomodar le strade del regno (che si fanno molto belle per ogni parte) grana nove per fuoco ed in alcune meno, secondo che le strade servono più ad un luogo che ad un altro. Ci sono poi i feudi che ritornano al re per la morte dei baroni, che non lasciano eredi che siano tanto prossimi parenti quanto fa di bisogno per disposizione delle leggi del regno a poter succedere. Ci sono una infinità di uifizj che importano centinaja di migliaja di scudi, i quali si vendono in vita del compratore e per morte ritornano alla corte e si vendonodi nuovo. Ha di più il re in questo regno molte terre non soggette a baroni , le quali in caso di necessità potrà vendere, come ha fatto di alcune, e cavarne buona somma di denari; e per questo ne parlo qui come d'entrate, sì come anco, per sbrigarmi di questa prima parte, voglio dire che ha molti giuspatronati coi quali può rimunerare le persone che lo servono, e nomina a cinque arci vescovadi, cioè Salerno, Taranto, Otranto, Brindisi e Trani,e a sette vescovadi d’altre città pagando però alla sede apostolica , di