1 3 sandro suo figlio naturale, avuto con la Boschetta * di i.")oo scudi l’anno d’ entrala. Per tutte queste cause mi disse sua reverendissima signoria che conosceva essere necessario usare molta parsimonia, per poter lasciare lo stalo integro e qualche somma di danari al siguor duca suo nipote. Le citlà e castelli del Mantovano sono molti, i quali se io volessi commemorare saria piuttosto una vana ed ambiziosa ostentazione di memoria , che cosa utile o dilettevole alla serenità vostra ; onde mi basti il dire che di tutti questi luoghi, compresa la città di Mantova, si può cavare sino a trecento uomini d’arme, lutti gentiluomini o buoni cittadini, cinquecento cavalli leggieri, e da circa settecento fanti, non lasciando però lo stato sfornito di quanto gli potria fare bisogno in una occasione. Della munizione sua dirò che vi si trovano cenlo diciotlo pezzi tra grossi e piccioli e da offesa e da difesa. E benché queste forze che io ho detto sieno di qualche momento, pure, serenissimo principe, io giudico che si debbano stimare questi signori di Mantova non manco per la comodità del sito, che per qualunque altra condizione, avendo la città che hanno tanto forte e per natura , e per arte. Per arte, essendo difesa da una grossa muraglia e gagliardi bastioni ove fa di bisogno. Per natura, dall’essere circondata dal lago in molta parte, e situata in un luogo che è, come amica , molto atta a soccorrere tutta la Lombardia e * Il duca Federigo ebbe questo figliuoli naturale da Elisabetta Boschetti nel i53o.« Impiegato nelle milizie di Ferrante Gonzaga*servì per lungo nu-ì> mero d’anni Carlo V, poi Filippo II nelle guerre contro i Francesi, tanto in » Lombardia quanto nelle Fiandre. Fu altresì impiegato in diversi governi ci-» vili, ed ebbe titolo di consigliere di stato in benemerenza de’ suoi lunghi e » fedeli servigi. Morì in Mantova nel i58o. » ( Li Ita ).