43 poco ili tale amicizia del duca di Ferrara quando gli negò totalmente l’imprestilo delli venticinque mila scudi che gli richiese: ma il signor duca di Ferrara dolendosi di questa alterazione mandò subito il segretario Paganucci in Piemonte ad escusarsi, dicendo che non li avea prestati non tanto per T impossibilità , quanto per il rispetto di Francia , acciocché mai potessero dire nè imputargli, che con i suoi denari fosse levato il re dal possesso delle piazze che teneva in Italia ; la qual cosa , secondo la mutazion de’governi di quel regno 1 , avrebbe forse potuto dargli qualche disconcio , massime per il grosso credito di denari che ha con quella corona , e si seppe con verità che gli fu dato tal consiglio dal signor Cornelio Bentivogli. Nè contento di questa espedizione, quel signor duca gli mandò anco per il detto segretario alcune gioje impegnate già dui duca Carlo a suo padre per ventidue mila scudi, pregandolo a contentarsi di questo e prevalersi impegnandole ad altri , dal che a lui non poteva tornar danno, potendo dir sempre che gli avea restituito il suo. Del quale ufficio il signor duca ne restò mollo soddisfatto, e prendendo quattro gioje delle più belle, rimandogli Taltre acciò le serbasse ad alcuna occasione; in modo che potendo durare un pezzo questa mutua comodità, potria ancora continuare la slrelta amicizia che hanno insieme. Al signor duca di Fiorenza, come ho detto, credo che porli invidia, vedendolo con maggiori forze e con uno stato più ricco e denaroso di quello che ha lui, e gli pare che Fiorenza sia più stimata di lui, che ha fatto * Eia il princijiio delle guerre delia riforma.