30y s’isti tu i il duca morto egli il) ed Osi ino per gran maestro, nel quale carici» continua anche il liglio, e li maggiori gradi di essa egli parte Ira 1 suoi maggiori ministri. A questa religione vendè già il granduca quattro galere delle sue , per seicento mila ducati, ma mi ha detto non aver avuto mai i denari, e che ora trattava di accomodarsi di tutte col re cattolico , e che per questo aveva mandati alcuni capitoli di richiesta in Impaglia, i quali se saranno da sua maestà accettati gli si daranno volentieri; caso che no, le terrà per sè. Non attende questo principe a questa milizia marittima quanto il padre, anzi come quello procurava di accrescerla , così pare che questo si conienti di esser in essa altrettanto fortunato quanto il padre fu poco avventura Lo; che come quello penlè molto vascelli, così per fortuna di mare, come per forza d’arme alle Gerbe ed altrove, all’incontro mi ha dello sua altezza, non solo non aver mai , per qualsivoglia caso, perduto alcun«» dei suoi, ma nè anco essere mal capitali quelli degli altri sopra i quali aveva avuto alcuna cosa sua; dal che nasce che molli suoi sudditi, quando mandano alcun vascello in viaggio, lo vanno a supplicare che gli dia o poco o molto del suo capitale, prendendo per buono augurio la felice forluna del loro principe. A queste milizie così da terra come da mare, per dare ad esse in ogni occasione lo spirito ed il molo, trattiene questo principe li sotto nominati capitani: Il signor Mario Sforza eoa due mila cinquecento scudi l’anno; il signor Aurelio Fregoso con due mila quattrocento; il signor Francesco Gonzaga conte di No-vellara con quindici mila, che ora è assente per la morte del caule di Piligliano; il colile Sigismondo ili S. Secondo/. r. 3;