4io naturale di quei popoli, li quali non possono sopportar la pace e la quiete, e se da Luigi XI sino al re Francesco II sono stati fra di sé stessi in pace, ciò è avenulo perché Carlo Vili, Luigi XII, Francesco I ed il re Enrico gli hanno tenuti in continuo moto, ora molestando gli altri stati, ora difendendo li proprj. Ma ora che coi vicini hanno pace, adoprano (tale è la inquietudine di quella nazione) Tarmi contro la salute e la grandezza del re proprio. E per toccar anco gli effetti che nascono dall’amore e dall’odio dei popoli, vostra serenità ben sa che la mula soddisfazione che li Napoletani avevano dal re Alfonso d’Aragona rese a Carlo Vili facilissimo l’acquisto di quel regno, ed all’incontro l’odio, l’arroganza francese fucililo la recuperazione al re Ferdinando. Il medesimo buon animo de’sudditi rimesse nello stalo d’Urbino, contro Leon X, il duca Francesco Maria della Rovere, e mantenne, non meno di quello che facessero le armi francesi , Ferrara al duca Alfonso I contro di Giulio II, Leon X, e Clemente VII, pontefici nemicissimi della casa d’Este. Nella gueri’a parimente di Chiara d’Adda, questa serenissima repubblica , oppugnata da tutti li principi cristiani , non ebbe contro le loro forze il maggior presidio che l’amore e devozione de’sudditi, acquistalo con la umanità, bontà e giustizia, virtù proprie di questo serenissimo dominio. I popoli adunque di questi stati estensi sono bellicosi assai, specialmente la nobiltà, e portano somma affezione alla casa d’Este, sì perchè sono tanto vissuti sollo la sua protezione, ed anche perchè i Lombardi sono per natura quii ti ed obbedienti al loro principe, all’ opposito di quei di Toscana, che per la troppa vivezza sono di natura inquieti ed indomiti. Non è pero