4a5 Chiesa stretta pratica con un principe barbaro, conio è Sassonia, con un principe eretico e capitai nemico di essa Chiesa e col quale non è alcun commercio; il presentarlo, come fa spesso il signor duca di Ferrara e grossamente (e pur quest’anno lo ha presentato d’ap-paramenti di corame d’oro di gran valore), fa credere a molti che siavi qualche gran pensiero nell’animo del signor duca di Ferrara, e qualche fine di novità, visto specialmente che attende a cumulare, ed è magnanimi!, nè si contenta del suo stato, mal volentieri sta quieto, e vorria guerreggiare ed esercitare il suo valore, e sormontare ai suoi nemici. Però per queste ragioni da qualcheduno è giudicato, che sua eccellenza un giorno sia per suscitare alcun movimento. Da altri veramente che conoscono che il duca è prudente, non è creduto ch’ei sia per mover romori; poi considerando che per tal via offenderia tutti li principi italiani, e che gli alemanni, o per mancamento di danari, o per mali* zia, o per instabilità propria di quella nazione si disvelano, ovvero mancheriano per altro accidente, ed in questo caso lui rimanendo solo correria manifesto rischio di perder lo stato, pertanto stimano che sua eccellenza non abbia nell’amicizia di Allemagna altro fine, che, col timor di essa, far star quieti i pontefici e Firenze. Parmi aver ragionato sin qui abbastanza di sua eccellenza; pure per non lasciare addietro alcuna cosa degna di vostra serenità, dirò ora due parole dei grandi della sua casa; e non avendo sua eccellenza figli, dirò dell’ illustrissimo e reverendissimo Cardinal suo fratello, come più prossimo alla successione, il quale è di età di trentasei anni, molto amabile, vivo e pratico de’ negozi. Ha esso da spendere novanta mila scudi l’anno