485 vità e di tumulto, potendo sempre assai negli animi popolari quella speranza di mutazione, che procuri la passata e spesso ricordata felicità. È il sito della città un colle rilevato, e però forte; ha buon castello ben presidiato, oltre ad una compagnia d’uomini d’arme che vi si tiene continuamente. Ma quanta causa hanno i Lodigiani d’ esser bene affezionati, altrettanta hanno i Tortonesi d’esser poco amici al nome imperiale, ed amicissimi al milanese; perocché essendo già Tortona da Federigo Barbarossa crudelmente battuta ed assediata, non ebbe nè amici nè aiuti più potenti a’bisogni suoi che i Milanesi; e finalmente essendo dalla rabbia di quello imperatore abbruciata e desolata, fu da’ Milanesi con proprj denari riedificata; onde si è visto nell’ occasione averne conservato gratissimo obbligo, e nei tumulti dello stato aver seguitato la fortuna de’Milanesi. Questa città è impegnata alla regina nata, come ella si chiama, di Dania, che fu moglie dell’ ultimo duca di Milano, per centomila scudi, parte della sua dote; e sebbene la camera fece deposito gli anni passati del prezzo per riscoterla, piacque nondimeno a Sua Maestà Cattolica di differire quest’ atto durante la vita d’ essa duchessa. È nella città un castello mantenuto con buon presidio. Novara fu marchesato del duca di Parma, infeudato da Carlo V insieme col contado per i5,ooo scudi d’entrata, con patto retrovendendo consentilo a Pierluigi Farnese, quando l’imperatore fu all’abboccamento di Nizza in Provenza, e si maritò Margherita d’Austria nel duca Ottavio. Il vescovo ancora di Novara ha molta giurisdizione nel novarese, sì in temporale come in spirituale,