4o giunge che l’imperatore levò dal servizio del duca il conte Prospero d’Arco capitano della sua guardia, e molto amato da lui, mandandolo per ambasciatore a Roma ; e se bene sua maestà fu instantemente pregata dal duca a lasciarglielo, l’imperatore non volle mai consentire, e con tutto che queste cose rilevino poco, danno però segno di contrarie volontà. Seguì poi il parentado dell’imperatore col signor duca di Mantova ', pel quale pare che gli si sia levata affatto la speranza di poter avere più aiuto o favore da sua maestà per la differenza che ha con quello del marchesato di Monferrato; e questa differenza può diminuir l’amore e benevolenza verso lui, se pur ve n’è. Ed io so che quando fu creato Massimiliano re dei Romani, sua eccellenza ne senti non piccol dolore; onde da queste, e forse da maggiori cause, non penso che vi sia fin ora benevolenza tra questi due principi. Verso questo illustrissimo dominio ha sua eccellenza, per quanto credo, buona inclinazione, non tanto per naturai benevolenza, perciocché, come ben conosce vostra serenità, tra principi non vi è affetto di amore odi odio, nè riguardo di parentela, se non per quanto loro torna utile, ma perchè vede che dagli uflicj e dall’amicizia sua può sperar maggior comodo, che altrimenti; perchè della querela di Cipro,dalla quale gli poiria nascere'qualche mal pensiero, vede che difficilmente gli potria riuscire qualche buono effetto, essendoché da sé non sarà mai bastante a nuocere alle cose di questo stato, e potergli far danno con l’ajuto d’altri lo vede lontano, parie perchè quelli che sariano atli ad ajularlo non vogliono per loro interessi particolari innovar cosa ‘ Dando Caterina sua figliuola in moglie a quel duca.