319 Urbino e di Pesaro vi è emulazione e gara da molto tempo, ma non è però tale che in alcun modo possa perturbare il giusto possesso del principe, nè la pacifica quiete de’sudditi. I nobili nelle città non sono molti, ma nello stato vi possono esser diciotto ovvero venti signori feudatarj, i quali tutti attendono alle armi, e ne fanno professione, ancora che qualcuno d’essi non sia mai uscito alla guerra; e non solo questi, ma quasi tutti i sudditi di quello stato attendono a questa professione, ossia per influenza de’ cieli, o per antica disciplina, o per esempio de'maggiori, e massime delli signori naturali, solendosi dire che i popoli imitano e seguonogli andamenti de’principi, e attendono a quella professione che pare che più a loro diletti. A due cose quasi universalmente inclinano quelli sudditi cioè alle armi, nelle quali si esercitano da gior vanetti e poi con lo studio vengono disciplinati, e al-l’agricoltura , nella quale mettono cura e diligenza grandissima; ed in queste due arti dicesi che vagliano molto, massime che non si sdegnano dall’una passare all’altra , dico dall’agricoltura alla guerra, ed anche da questa all’ agricoltura. Questi popoli sudditi di sua eccellenza nel passato sono stati sempre fedeli e devotissimi al loro padrone, e tanta era l’affezione e l’amore verso i loro duchi, che questa si stimava la maggior sicurtà di quello stato, cioè l’amor delli sudditi, ed è stato tenuto sempre che i duchi dominassero quel paese con grandissima soddisfazione e contento di tutti. Ma tre anni sono ha inteso la sublimità vostra la sollevazione di Urbino, per ragione delle nuove ed insopportabili gravezze ed iui-