i9° fetlo, che lisa sua eccellenza non solamente con li rappreseli Un li di vostra serenità, ma ancora con ognuno, quando le occorre parlar di questa serenissima repubblica , e dal mollo onore che fa agl’ambasciatori suoi, (del che io ne posso certo render buonissimo testimonio, perchè non avrei saputo desiderar in sua eccellenza maggior umanità e cortesia di quella che, per rispetto della serenità vostra, ha usata in tutto il tempo della le-gazion mia) si può facilmente credere, che l’animo di sua eccellenza verso questo serenissimo dominio sia buonissimo. Oltre che, considerando anco la qualità dei tempi presenti, credo io che per interesse suo, non sapendo tutto quello che gli possa avvenire , debba desiderare ogni felicità, e prosperità alla serenità vostra e alle vostre eccellentissime signorie, essendo questa serenissima repubblica si può dir solo refugio d’ogni travagliato dalla fortuna e 1’ornamento veramente di questo secolo. Mi pare ormai d’avere satisfatto a quanto mi proposi da principio, sebben non così elegantemente com’io dovevo, nè cusì brevemente coni’io pensavo: però metterò line con render prima infinite grazie alla serenità vostra ed alle vostre eccellentissime signorie, che cosi pazientemente si siano degnate d’ascoltarmi, e con pregarle d’a vermi per ¡scusato, se questo mio dire sarà stato troppa lungo e tedioso; come anco le supplico a perdonarmi , se nel tempo di questa mia legazione non avrò compitamente soddisfatto al desiderio loro, assicurandole però , eli’io non ho mancato certo in tutto quel- lo ch’io ho saputo per rendermi non indegno rappresentante di questa serenissima repubblica, l’onore e dignità della quale, parlando senza alcuna simulazione, io ho più cara certo, che la vita propria.