98 noine Oddo Antonio, onde Federico restava escluso da quel dominio: ma non per questo si diminuì verso la sua persona l’affezione di questi popoli, che le virtù sue gli avevano conciliata: tantoché Oddo Antonio, il quale dominò dopo la morte del padre molto licenziosamente ed insolentemente, essendo stato da alcuui congiurati, ancora molto giovanetto, morto, senza lasciare dopo di sè alcuno erede, fu da tutti quei popoli chiamalo per comune consiglio per signore Federico, il quale non solo ehbe dal pontefice quello stato in feudo, ma fu anco creato primo duca d’ Urbino. Lasciò questo Federico, dopo la morte sua, erede del suo stato Guido Baldo suo figliuolo, il quale benché pigliasse moglie, ed,attendesse anco nei suoi primi anni allo esercizio della guerra, restò nientedimeno molto presto stroppiato dalle gotte, e senza speranza alcuna di potere aver figliuoli. Questo fu quel principe, che non potendo attendere ad altro esercizio per la indisposizione sua, si messe in animo di volere una floridissima corte, e piena d’ uomini rari in ogni professione; onde facendo cortesia ad ogn’uno, insieme con Elisabetta Gonzaga sua consorte, anzi facendo a gara l’uno con l’altro nel fare accoglienze e trattenere gli uomini virtuosi, messe insieme il maggior numero di essi che in corte di qualsivoglia altro gran principe si sia ancora ritrovato ‘, anzi diede la norma e l’esempio di bene iuslituita corte agli altri principi del mondo. Questo Guido Baldo adottò per figliuolo, con il consenso del pontefice, Francesco Maria della Rovere, figliuolo d’una sua sorella e del prefetto di Roma, che * Di questi fu Baldassarre Castiglioui autore del Cortegiano•