i^-vendo io, umilissimo e devotissimo servitore di vostra serenità e di vostre signorie eccellentissime, tenuto per principale desiderio di mostrarmi buono e fedel servitore suo ovunque mi si appresentasse l’occasione, ed avendo mentre sono stato nella corte dell’eccellentissimo signor duca di Ferrara (ove io ho avuto con sua eccellenza servitù assai domestica , e con li principali di essa stretta amicizia ) osservato ed investigato molte cose, le quali credo che vostra serenità resterà servila d'intendere, ho voluto prender fatica di ridurle in una breve relazione. Ed ho preso ardire di presentarla a vostra serenità confidandomi che 1’ udirà volentieri sì per la solita sua benignità, che perchè non tenendo già molto tempo alcun ministro suo in quella corte, non avrà forse di questa piena e particolare informazione. E poiché in ciascun principe, anzi per meglio dire in ogni uno voglionsi considerare le qualità sue intrinseche ed estrinseche, però riferirò tutla la mia relazione ad uno di questi quattro capi ; nobillà, stato, amici e nemici, e finalmente alla persona di sua eccellenza. Di nobiltà ed antichità di sangue e stalo, il signor duca di Ferrara avanza di gran lunga tutti i principi Voi. V. 2(i