416 (Ji che ne seguono gran danni aIli navigli che si trovano nel porto 1 . .Nella città di Genova si fa conto che vi siano più di cento e Irenta mila anime, tra forestieri ed uomini della terra, oltre li borghi di levante e di ponente, nei quali sono ancora gran numero di persone, le quali conversano il di e vivono nella città, e tornano la sera a casa loro, che non sono manco di cinque mila persone. Di una cosa possono laudarsi e gloriarsi li Genovesi, che tali sieno contro ogni sorta di eresia , che eliam ogni minima suspizioue non la lasciano passare impunita. Sono queste genti naturalmente di pronto ingegno, non solo nella guerra ma nel vivere comune; anche sono assai trafficanti e pratichi nelle cose di mercanzia. Si vogliono anco i Genovesi molto gloriare di due cose; la prima che abbiano un monte detto San Giorgio, nel quale è grandissima somma di denari , e che è di gran credito e fede. La seconda che abbiano il catino nel quale mangiò nostro signore la notte di pasqua con li apostoli suoi , il quale è di smeraldo finissimo, e veramente non solo è cosa rara ma unica, il quale viene da loro mostrato con grandissima ceremonia, e mai lo portano fuori se non per qualche grande occasione. La valuta di esso dicono che se si avesse a pagare a contanti saria grandissima, benché non lo sappiano esprimere. L’industria principale loro è il navigare, nel che sono espertissimi , di modo che conoscono pochi avanzarli , e questa è la sola arte che mantiene il paese. Vi sono molti gentiluomini, i quali sono signori 1 Oggi è compiuto con ingente opera il ri paio di questo porto.