fuggir fatica o interesse, per servir bene ed onoratamente, con aver sempre la mente a Dio ed al pubblico servizio, restando soddisfatto nella coscienza mia propria , senza aspettare altri premj dal mondo. Questo dirò bene, obese le mie azioni fossero in alcun tempo vacue d’impegno e d’industria, saranno almeno sempre piene di lede e di ottima volontà, nella quale sou cerio che non mancherò mai come debbo, e sarò prontissimo ad obbedir sempre con allegro animo a quello che mi sarà comandato dalla serenità vostra, come ho fatto per il passato. Frattanto per testimonio che le mie piccole fatiche di quest’ambasceria non le siano stale discare, supplico vostra serenità a farmi grazia e libero dono di quei fiaschi di argento dorati, che mi mandò il signor don Giovanni, dopo ch’io mi licenziai da lui, e che ho presentati ai piedi della serenità vostra: e sebbene io veramente confesso che il presenlesia molto piccolo alla magnanimità e grandezza d’ animo di questo serenissimo senato, ed al mio bisogno (il che ha conosciuto anco sua altezza, che il presente era poco, onde me lo mandò con molte belle parole scusandosi con dire che poco avea anco da donare), tuttavia mi sarà più cara che qualsivoglia preziosissimo tesoro la dimostrazione che farà la sublimità vostra e le signorie vostre eccellentissime. Con che faccio fine di parlare , pregando loro da Dio benedetto ogni compita felicità e gloria.