% 4«3 ordine di ducili, ed il signor duca di Ferrara, come duca di città e non di provincia, nel secondo grado ed ordine di ducili. Ma sua eccellenza essendosi trasferita in persona alla corte cesarea , si adoperò gagliardamente ad impedir quell’effetto, e la lite di questi signori duchi pende talmente dinanzi a Cesare, clie sebbene ne sono nate alcune sentenze interlucutorie non si vede però segno importante die possa dare a una parte più che ad un’altra speranza intorno alla sentenza definitiva, anzi si scorge che Cesare tiene tal maniera nel procedere, che vuole nutrire le speranze d’ambidue. Pertanto avendo fatto istanza grandissima l’ainbasciator di Firenze di essere ammesso non solo come ambasciator del duca, ma ancora come ambasciatore e per interesse della repubblica fiorentina , nella quale istanza consisteva tutto il negozio, non essendo dubbio che la repubblica fiorentina precede il signor duca di Ferrara, l’imperatore compiacque in ciò a Fiorenza , ma con espressa dichiarazione die tale atto interlocutorio non apportasse alcun pregiudizio al signor duca di Ferrara; la qual dichiarazione altro infatti non era che annullare, per non spiacere a Ferrara , quello che avea pronunziato per gratificare a Fiorenza. Da questo procedere di Cesare vengono molti de’più prudenti alla corte in opinione, che sua maestà non verrà mai a sentenziare sentenza definitiva, perchè, * avendo l’imperatore molto l’occhio all’interesse suo particolare, vede che mentre la lite pende può in ogni sua occorrenza promettersi assai dell’uno e dell’al-tro di questi duchi, ma che quando fosse pronunziata la sentenza definitiva, poco o niente poiria promettersi di quello conlro il quale avesse pronunciato, e