86 dai primi moti di San Piero Corso in quell’isola •, mandò un suo gentiluomo in Ispagna ad offerire al redi mandare le sue galere in Corsica con genti per scacciar san Piero e mantenere e difender l’isola in nomedi sua maestà; onde se i Genovesi non vivessero sotto l’ombra del re cattolico, è certo che interveniva loro qualche travaglio. Lucchesi stanno in una continua e ragionevole paura di andare ancor essi in servitù , come hanno fatto tutte le altre repubbliche di Toscana, perchè intorno intorno sono circondati dallo stato di sua eccellenza , dalla quale bisogna che ricevano il grano, e tutte le altre comodità. Il duca però non li molesta, perchè è servito da loro di danari e di ogni altra cosa, come dai proprj suo} sudditi, e vede che gli saria facil cosa l’impadronirsi delle mura della città, ma impossibile farsi padrone degli animi dei cittadini; però dubitando di non aver una città vuota di abitanti, senza traffichi e senza mercanzie, la lascia vivere in pace, potendo in ogni caso prenderla a suo piacere. Poiché ho parlato dell’ intelligenza, che ha il duca di Fiorenza con li re ed altri principi di considerazione, è conveniente considerare qual sia l’animo suo vèrso questa serenissima repubblica; il quale, per mio giudizio , sarà tenuto dalla serenità vostra e dalle signorie a Nel 1564 i Corsi malcontenti dei Genovesi si ribellarono. Capo dei ribelli ero un Sampiero, il quale, perché gli mancavano le forze da sperare di condurre a fine da sò solo l’impresa, fece quanto potè per muovere qualche principe in favore della sua nazione, ma inutilmente; talché rimasto egli ucciso nel 156^, e il figliuol suo, Alfonso, sentendosi ancora più impotente del padre a perseverare con ragionevoli speranze neirimprosa, l'anno appresso, i5;>8, i sollevati capitolarono ritornando di nuovo sotto il giogo, che inutilmente avevano tentato di scuotere.