9° licenza dalle loro eccellenze, dal duca non mi fu detto cosa alcuna in questa maleria, ma il principe mi disse che aveva sentito con dispiacere la differenza avuta con l’ambasciatore del re di Polonia, ma che però restava soddisfano di quanto io aveva fatto, credendo che il tutto fosse seguito con buon consiglio, e secondo la mente della serenità vostra. Io risposi che quello che mi aveva mosso a credere che il gentiluomo mandato dal re di Polonia fosse segretario e non ambasciatore, era stato l’averlo inteso da molti, e massime da quelli che avevano veduto le medesime lettere credenziali del suo re; per la quale relazione,avuta da persone degne di fede, mi mossi a fare quanto feci per onore di vostra serenità, dovendo ogni buon ministro andar molto cauto e riservato nelle cose concernenti la dignità del suo principe, non solamente dove si ha certezza , come ho avuto io, ma ancora dove si dubita; e che dappoi mi confermai del tutto nella opinione ch’io aveva , quando vidi le lettere credenziali di esso segretario, nelle quali il suo re con parole chiare lo chiama segretario, e non ambasciatore; e soggiunsi che alla serenità vostra bastava / oo aver fatto conoscere al mondo con questa ambasceria l’affezione che porta alla illustrissima sua casa , e l’osservanza sua verso la serenissima casa d’Austria, e che medesimamente io credeva che la serenità vostra non avria fatto stima di questo accidente, non essendo occorsa cosa che abbia potuto macchiare la sua dignità. Il principe a queste parole non rispose alcuna cosa, con mia grandissima maraviglia, confermando tacitamente Terrore fatto dal duca suo padre; il quale fece tutto il contrario nel caso del Fedeli segretario della serenità vostra, non volendo che il medesimo comparisse in