357 cioè Siena, Montalcino, Grosseto, Soana, Chiusi, Pienza e Massa , le quali città sono tutte ben popolate, da Siena e Pisa in poi, avendo queste due, che erano in libertà, sentito più acerbamente il giogo della servitù, e con il rimanere quasi vuole hanno dato esempio ad altri quanto sia dura cosa ad uomo libero il servire a quelli, con i quali poco prima si competeva. Ma questo inconveniente procura il principe di rimediare con ogni industria , e di farle riabitare l’una, che è Pisa, con lo sludio che ora è di qualche considerazione in Italia, con la fabbrica delle galere e l’esercizio delle cose di mare, con il larvi risedere l’ordine della cavalleria di Santo Stefano, e con Tesservi già andato a stare il duca Cosimo due o tre mesi delTanno nell’inverno, ed in fine con il ridurre a coltura molte paludi per levare la malignila dell’aere; ed ha operato in maniera con queste cose, che di sei in sette mila anime che vi erano prima, ora si avvicinano sino ha ventunmila. L’altra, che è Siena, si procaccia di farla riubitare con averla già fatta il duca Cosimo esente da molte gravezze per dieci anni dopo la guerra, lo che è stalo anche confermato dal presente granduca per altri dieci, ed ora ne corre il terzo, richiamando con tal mezzo i cittadini d’essa , sparsi per tutto il mondo, ed allettandoli conia speranza di goder più toslo la dolcezza della patria, benché serva, con qualche comodo delle estreme gravezze che s’impongono in Toscana; e si vede in buona parte seguire l’ef-letto, ritornando ogni giorno qualcuno. Onde lutto questo stato insieme si può assai popolato chiamare, essendo nello stato di Fiorenza e Pisa più di seicentomila anime ed in quello di Siena intorno a cinquecentomila, e tutta questa gente, come ben sa la serenità vostra, è alta ad