63 molto il duca questa milizia , parendogli , come dice spesso , che un principe non possa chiamarsi grande, se non è potente in mare, onde ha stimata molto opportuna Tisola dell’Elba vicina a Piombino venti miglia, della quale egli ebbe col mezzo di Carlo V la renunzia dal signore di Piombino1 , che ne è vero padrone; che essendo rovinata da’ corsari, e non potendo quel padrone guardarla, ne tolse sua eccellenza la cura, lasciando però libera l’entrata al signore di Piombino. Questa isola è in sito così bello, ed ha un porto così sicuro, e capace di ogni grande armata, che se avesse una quantità opportuna di galere saria principe di questi mari, e i Genovesi stariano molto male se il principe, che ne è ora padrone, fosse altrettanto potente in mare come è loro inimico. Possiede il duca in quest’isola una piccola terra di un miglio e mezzo di circuito, la quale dal suo nome domanda Cosmopoli, sebbene anco dal nome del porlo, vicino al quale è fondata , si domandi Portoferrajo. È questa ridotto d’ ogni sorta di genie , ed è come una sentina di sbanditi, e di uomini di male affare , per guardia della quale vi sono in cima di un monte due castelli fortissimi,’ con molti pezzi di artiglieria,e con cerilo fanti. Vicino a quest’ isola venti miglia si trova in terra ferma la città di Piombino, alla quale sua eccellenza ha volto l’occhio, e desidera grandemente di farsene padrone, perchè per essere in sul mare e per esser vicina all isola dell’ Elba , gli torneria molto comoda e di molta sicurtà alle cose sue; e spera finalmente riuscirne padrone perchè essendo il signore di Piombino ■ Jacopo VI Appiani. * La Stella ed il Falcone.