1 26 il' Angrogna 1, nè la diligenza de’prelati, a moverli punto dalla loro ostinata cecità. Governa il signor duca questo suo stato nelle cose della giustizia in questo modo: che ogni castello ha un giudice ordinario, al quale vanno tutte le cause in prima istanza ; le sentenze del quale vanno in appellazione ad un tribunale pur d’ un altro giudice solo, che è nominalo prefetto, dei quali ne sono sette in tutto il Piemonte, distribuiti in diversi luoghi per commodilà del paese. Da questi vanno le differenze per la ultima terminazione al senato, il quale risiede in Torino, ed è di dicci dottori, due dei quali si dimandano presidenti, 1’ uno primo, e l’altro secondo; tutti li altri si dimandano collaterali. In questo senato entra ancora un gentiluomo principale del paese ad arbitrio del signor duca il quale si dimanda cavalier di senato, e precede tutti gli altri di detto senato, perchè rappresenta la persona del principe. Le sentenze di questo senato non hanno per ordinario appellazione, ma per graziasi suol andare con una supplica del signor duca , il quale con il suo consiglio di stato suol commetter al medesimo senato, che veda di nuovo quella causa ; il che per ordinario non partorisce altro, che moltiplicar spese ai litiganti, non essendo ragionevole che i medesimi giudici, che poco fa hanno dato una sentenza, debbano poco di poi rimoversi per dar ad intendere che prima abbino fatto male; o che pur avendo fatto bene la prima volta, nella seconda poi si siano mossi o da preghiere o da presenti a far in contrario: perchè nell’un caso si fariano conoscer per ignoranti, e nell’ altro per tristi. ! Vedasi la Relazione del Boldù.