462 RELAZIONE DI FRANCIA hanno avuto gran gelosia per la voce sparsa che il cristianissimo praticasse gli elettori per farsi re de’ romani; e sono stati dei ministri di principi che fomentavano quei re a voler ad un tempo medesimo levargli la moglie e l’imperio (1), perchè dubitavano che in tal caso sua maestà cesarea restasse priva in sua vita dell’ imperio per il valor del re e per l’odio dell’ Alemagna alla casa d’ Austria. I popoli pareva che applaudissero a questa divulgazione per le speranze che si fabbricavano di felici successi per la guerra d’Ungheria, opponendo l’accaduto alla ritiratezza dell’ imperatore. Ma i francesi non avrebbero cara tale elezione, perchè sebbene Carlo Magno fu I’ uno e 1’ altro, e che Francesco I avesse 1’ emulazione, si considera nondimeno che non avrebbono danari da sostener la guerra con la casa d’Austria, e che in ogni evento la Germania, tanto grande, assorbirebbe la Francia, in modo che più tosto dipenderebbe essa dall’ imperio; nè torna conto ai popoli, per diversi esempi, che i loro stali passino a’ dominj di elezione di stati maggiori, perchè alla fine essi non sentono altro che il peso delle guerre e delle estorsioni, e al principe non resta altro che i titoli. II medesimo re è lontano da questi concetti, vedendosi avanti negli anni e senza posterità, e per poca gloria dover passar a nuovi travagli, parendogli massimamente che il suo nome sia già arrivato a grado molto eminente di gloria; ma si trattiene con gli elettori per tener in officio i sudditi con quella unione, e divertir l’elezione di Alberto, che gli sarebbe odiosissima per 1’ unione della Fiandra. Sa che i cattolici lo porteranno per i favori del papa e di Spagna, essendo deboli gli altri due fratelli; ma potrà sempre aver la sua esclusione in mano. Del Turco resta disgustato non avendo mai potuto aver aiuti; lo dissimula però per conservarsi in riputazione appresso gli altri principi. Il re attende per arte e per natura a conservarsi la benevolenza degli uomini e 1’ affezione dei sudditi; e gli spa-gnuoli dicono che sua maestà combatte come un diavolo e perdona come un Dio. Esso è fortunatissimo, e avrà sempre (1) Questa frase sembrerebbe accennare a qualche previo concetto ili unione fra Maria de’Medici e l'imperatore Rodolfo li.