DI GIOVANNI MICHIEL. 1578. 389 che un pezzo di caria, che era una semplice patente perchè fossero riconosciuti per suoi, e senza dar loro pur un soldo. E nondimeno tutti, concorrendovi come pazzi, non solo ragu-narono e messero insieme le compagnie, ma le condussero alle frontiere di quei luoghi dove fu loro ordinato. Il che (per dire il vero) non fu tanto per particolar rispetto e inclinazione che avessero alla persona di monsignore, quanto per il desiderio e per la voglia , che si è vista ardentissima in ognuno, della continuazione della guerra; non distinguendo essi che fosse più esterna che civile, come abituali già così lungo tempo a non saper viver d'altro che di spoglie e di rapine; sì come lo han molto bene dimostrato con ogni eccesso di rabbia e di crudeltà in tutto quello spazio di tempo da che si misero insieme; che secondo fu riferito a monsignor di Nazareth e a me dal duca d’Umena, governator di Borgogna (e fu confermato prima e dappoi universalmente da ognuno), il danno che hanno patito le provincie di Borgogna, di Sciampagna, e di Piccardia e tutti gli altri luoghi del regno per dove queste genti son passate, arriva a somma che par incredibile, ma tutti dicono esser vero, di sei o sette milioni di scudi. Lo che fu causa di far finalmente risolvere il re a comandare ai governatori delle provincie e ai nobili di armarsi e mettersi insieme, e tagliarli a pezzi, tanta era la ruina e la distruzione che facevano ; se bene dal principio, anco dal canto del re, vi si andasse con gran rispetto, per il nome che spendevano di esser genie di monsignore; la persona del quale ognuno, etiam dei più grandi, temevano e tuttavia temono di offendere. Questo desiderio e voglia della guerra è passata tanto innanzi, che se le cose di Fiandra non termineranno per accordo, ma se continueranno in guerra, etiam che il re sia determinatissimo (come mostra finora) di non voler rompere col re di Spagna, però è grandissimo pericolo che non lo forzino e violentino a farlo a mal grado suo per declinar una guerra che gli è per venire addosso più rabbiosa che mai; non ritardata finora da altro che da mancamento di capo, e dall’esser occupato monsignore in Fiandra. E il re e suoi