DI ALVISE CONTARMI. 1572. 271 L’altro comodo, che si potria cavar di quel regno per gli anni venturi saria di frumenti, ii qual giudico che tornería di gran servizio massimamente a quosti (empi, acciò che il mondo sapesse che quando gli fosse mancato da altra parte, non ne potesse mancar da quella ; e sebben costassero qualche cosa più cari, crederei che questa opinione del mondo dovesse essere pagata qualche cosa, e potesse esser causa che la Serenità Vostra fosse avvantaggiata in qualche cosa da quei che pensano adesso che la non possa far senza di loro. Quando per ordine della Serenità Vostra, procurai ed ebbi la tratta di 50,000 stara di frumento di quel regno (la quale ottenni libera e senza pagamento alcuno di tratta) l’illustrissimo cardinale di Lorena, come scrissi, mi mise innanzi che si averia potuto far qualche convenzione fra uno stalo e l’altro in quella materia de’frumenti ; ed è verisimile che volentieri, massime in questo tempo, così i sudditi come il re vi atten-deriano ; i sudditi, per aver spaccio dei loro frumenti, e il re per non lasciar la Serenità Vostra in necessità di stringersi più di quello che è col re di Spagna. Incominciò, Serenissimo Principe, la mia ambasceria da un viaggio per un paese, dove pochi giorni innanzi era passato il duca di Dueponli con 1’ esercito d’ alemanni che era entrato in Francia a favore degli ugonotti ; e ancora per tutto dove andava passando si vedeva il fumo dei grandi incendi che quella gente barbara avea fatti. Continuò poi in ardentissima guerra per sedici mesi quasi sempre al campo, o vicino al campo, in tempo dell’assedio di Poitiers, della presa di San Giovanni d’Angeli, della battaglia di Moncontour, e al tempo che 1’ uomo non sapeva da chi guardarsi nè di chi fidarsi, non essendo nè abito nè linguaggio che distinguesse gli amici dai nemici. E non è dubbio con qual occhio fossero veduti dagli ugonotti gli ambasciatori di quei principi che avevano dato aiuto a quel re contra di loro, a tempo anco di un esercito italiano di seimila soldati mandali da sua santità con infiniti gentiluomini e capi d’importanza, e molti dello stato della Serenità Vostra ; i quali non avevano altro ricapito in quel tempo di malattie pericolose che la casa del-