DI SIGISMONDO CAVALLI. 1574. 339 lere ed amicizia, perchè la detta madama è grandemente stimata ed amata dalla regina madre e dal re cristianissimo. Con Firenze, avendo il duca morto, e questo ancora, procurato con diversi mezzi, per loro rispetti, d’insinuarsi e farsi confidenti di quella corona, al presente si trova aver buona intelligenza con quelle maestà, le quali tanto più volentieri 1' aiutano e gli fanno de’ favori, quanto che lo levano a Spagna, e sanno, favorendolo, di far poco piacere al duca di Ferrara, il quale è in poca grazia del re e della corte, parendo a loro che si sia tutto volto e posto in mano della casa d’ Austria, e che dei re di Francia, dai quali tanto è stato aiutato e sostentato, non mostri di curarsi molto. Per ciò gli sospesero già la sentenza della precedenza, che fu fatta a favor suo in competenza del duca di Firenze dal re Enrico e da Francesco secondo, e così ora gii hanno levato il primo luogo e postolo in parità, e danno il titolo di granduca a quello di Firenze, e a Ferrara, nelle cose dell’ entrale e degli stati che ha in Francia, di continuo vien dato mille impedimenti; e più n’ averia se non fosse il rispetto che hanno al cardinale d’ Este suo fratello e a madama di Nemours sua sorella, che piglia sempre la sua protezione. Ma prometto a Vostra Serenità che sua eccellenza con tutto ciò è in poca grazia di ognuno. Il duca di Parma e la casa Farnese è grandemente odiata da quella corona, parendo a’ francesi aver da essi ricevuto torto segnalato, quando il re Enrico ad istanza loro prese la difesa di Parma, e ruppe la guerra all’Imperatore Carlo V. Che avendo in essa speso molto oro e molto sangue senza alcuna causa, fu poi da loro abbandonato tornandosi ad accordare col re di Spagna; e così avendo quel duca seguitalo sempre, e seguitando la parte del cattolico, da Francia è poco amato per questo stesso rispetto d’ aver sempre seguito la contraria parte. Il signor duca di Mantova non è molto ben voluto; tuttavia non v’ è a gran giunta lo sdegno conira lui che è contra quel di Parma. Con il signor Turco, par che il re cristianissimo deliba