DI LORENZO PR1ULI. 1582. 449 importanti di quel regno, che hanno rispetto a’ tempi presenti. E se io l'ho fastidita più lungamente di quello che si conveniva e che veramente io pensavo, e se non l’ho sodisfatta compiuta -mente, si degnerà di scusarmi con la solita sua benignità, procedendo verso di me, in questo, con la medesima cortesia che ha usato in accettar gratamente il mio servizio, debole, ma affettuoso, prestatole in questa ambascieria per 33 mesi; di che io ne son stato assicurato con più mano di lettere sue amorevolissime. Tutte le quali cose mi obbligano a renderle moltissime grazie, conoscendo molto bene che tutti sono effetti della sua molta bontà e cortesia, perchè l’obbligo eh’ io ho di servir alla mia patria è grande, e le forze sono state sempre deboli. Non so, Serenissimo Principe, Signori Illustrissimi, come mostrarmi grato per tanto favore, se non con esser sempre pronto di obbedirli e servirli con il mio solito affetto e riverenza , non mettendo mai in considerazione nè l’interesse della mia vita, nè quello delle mie poche facoltà, purché Nostro Signore Dio mi conceda forze e sanità di poterlo fare; la quale veramente non è in quel buono stato che poiria essere, avendo io da qualche anno in qua contratto diverse indisposizioni e patito diverse malattie d’importanza. Nè è maraviglia, essendo dieci anni, posso dire continui, che dura la mia peregrinazione in servizio della Serenità Vostra, perchè poco di poi il mio arrivo dalla lunga ambascieria di Spagna mi fu comandato di andar a Crema e poi con pochissimo intervallo di tempo in Francia. In tutto questo tempo però ho confidato grandemente nel Signore Iddio, e confiderò sempre che mi aiuterà nel servizio della mia patria. S7